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Questo romanzo ha il passo di una ballata dolente. È la storia grottesca di un giovane uomo senza nome e dall'identità messa a dura prova dalla mancanza di lavoro, e dunque di realizzazione personale.
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Una mancanza che rischia di annientarlo totalmente fino a quando il protagonista si inventa un mestiere, una forma esistenzialista di anti-rivoluzione contro il mondo: insieme alla moglie mette in scena atti efferati, interpreta diversi cadaveri girando cortometraggi che gli possano dare un giorno una parossistica notorietà: "Mia moglie e io presentiamo a registi, produttori, costumisti e scenografi immagini artistiche di morti di morte violenta. Mettiamo in scena cadaveri imperturbabili con maniacale perizia". Con il ritmo di un montaggio alternato il protagonista intervalla a questa attività, quasi maniacale, una serie di impieghi temporanei: esperienze da manovale, da commesso libraio e da orientatore esperite da un anti-eroe contemporaneo con sovrumano impegno e ossessiva epicità. La storia incede con uno humor nero che informa e deforma mentre la danza che si svolge tra il protagonista e la propria sconfitta, la depressione, assume di volta in volta sembianze diverse: "Le trame vivono di rimandi correndo attraverso legami tra persone in conflitto, ma quando il duello si è disputato all'interno di un unico corpo, la storia può solo intonare un lamento sordo e inumano". Il controcanto di una tale lotta per la sopravvivenza è la dolcissima storia d’amore con la moglie, sua anima complementare.