Dalla prospettiva di un giovane mammut che conversa con la sua mamma e con il suo papà, in questo albo dalle godibilissime rime, ci si interroga su quale sia il contributo positivo che gli esseri umani possono offrire alla terra. Il piccolo mammut è fiero della sua famiglia, della sua specie e, pure, del mondo.
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Esprime tutte le sue perplessità, però, circa l’unico neo che disturba il quadro d’insieme: gli esseri umani che urlano, cacciano, costruiscono gabbie, devastano il bosco, inquinano la terra. Papà mammut, in un messaggio di tolleranza, spiega che il mondo è vario, ed è bello condividerlo perché c’è spazio per tutti anche per gli umani nonostante che, ammette, spesso siano davvero nocivi. Anche mamma mammut non sa spiegare al suo cucciolo come mai devono dividere il loro spazio con gli uomini, ma ha visto qualcosa che l’ha lasciata senza fiato, havisto un “però” e porta il cucciolo a vedere qualcosa che solo gli uomini sanno fare e che può dare significato alla loro presenza nel mondo. In una grotta rupestre, i segni degli uomini delle caverne, riproducono anche il ritratto della loro famiglia, lasciando il cucciolo senza parole ed incantato da tanta bellezza.Le illustrazioni di Gek Tessaro,” poeta della parola e del segno”, ci ricordano in qualche modo proprio le pitture rupestri e sembrano davvero catapultarci nella preistoria in un percorso che ci consente di guardare l’umanità dal di fuori prima con repulsione e poi con rinnovato trasporto. (Fonte: editore)