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Catalogo di Polo

Casimiro Perìfano

Studioso di storia e scienze naturali, Poligrafo, Primo Direttore della Biblioteca Comunale

Foggia, 18 settembre 1800 – Napoli, 1867

Di famiglia originaria di Corfù (Grecia), nasce a Foggia nel 1800 e dopo il 1848 lascia la città di origine per trasferirsi a Napoli, ove morirà in data imprecisata ma quasi certamente non prima del 1867. Cultore di scienze naturali e umanistiche, è stato uno scrittore fecondo e ha lasciato importanti pubblicazioni tra cui “Cenni storici sull’origine della città di Foggia” e il poema "Diomede in Puglia".

Fu il primo a pubblicare riviste in provincia di Foggia, prima con il “Giornale Fisico Agrario” (1830) e successivamente con il “Poligrafo della Capitanata - Giornale di scienze lettere ed arti”, che si pubblicò dal 1833 al 1835. Con i suoi studi, ospitati in particolare sul “Poligrafo” nel 1835, contribuì alla causa dell’ellenismo in Italia.


Un grande poligrafo e inventore della stampa periodica in Capitanata

Casimiro Perìfano era figlio di Antonio e della lucerina Casimira Spano, della quale rimase orfano il giorno dopo essere venuto alla luce, quando la mamma aveva solo 30 anni.

Al pari dei cugini Spiridione e Tommaso, anche Casimiro Perìfano era dotato di profonda cultura e di sentimenti patriottici. Molti esuli greci – che da tempo avevano trovato riparo nell’Italia meridionale e in particolare a Foggia – manifestavano sentimenti libertari condividendo la lotta dei nostri patrioti che si battevano per l’Unità d’Italia contro il potere dei Borbone. Questi e il Papa, analogamente, ostacolavano l’indipendenza della Grecia e la scelta di combatterli costò il carcere a molti patrioti greci e, in alcuni casi, anche la condanna a morte. In Capitanata, tra i più fieri oppositori vi erano anche i Perìfano e con loro un discendente che in breve sarebbe diventato artista di fama nazionale: Francesco Saverio Altamura, figlio di Sofia Perìfano.

Casimiro Perìfano fu cultore di scienze naturali e umanistiche. Scrittore assai forbito, fece parte della celebre Accademia Peloritana di Messina. Manifestò sin dalla più tenera età molteplici interessi e le sue ricerche spaziarono in campi molto diversi, con risultati che evidenziarono sempre rigore e autorevolezza: dalle scienze alla storia, dalla letteratura alle lingue straniere, alle discipline legali, e non mancò di occuparsi anche di temi legati allo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria in Capitanata.

A lui si deve la nascita della stampa periodica in Capitanata, con l’edizione delle prime riviste, il cui taglio principale era la divulgazione scientifica. Dopo aver dato vita, nel 1830, al “Giornale Fisico Agrario”, poco tempo dopo pubblica e dirige il “Poligrafo della Capitanata - Giornale di scienze lettere ed arti” che resterà in vita dal 1833 al 1835, una rivista che – per i temi trattati – si distinguerà per le benevoli critiche raccolte anche a livello nazionale.


Primo Direttore della Biblioteca Comunale di Foggia

In virtù della vasta cultura e di una non comune poliedricità, nel 1834 ottenne la nomina a primo direttore della Biblioteca Comunale di Foggia ma sarà anche Segretario della Camera di Commercio oltre a distinguersi tra gli elementi più attivi e intelligenti della Società Economica di Capitanata.

Come scrittore è ricordato soprattutto per i suoi “Cenni storici sull’origine della città di Foggia”, per il poema "Diomede in Puglia", per "L'Incoronata di Puglia" e per "Elementi di storia naturale".

Soprattutto “Diomede in Puglia” (1823), un originale poema, diviso in quattro canti di 1.241 versi endecasillabi sciolti, rivela un’originalità compositiva e per certi aspetti – come annota Antonio Quacquarelli – “anticipa i versi dei nostri giorni per i quali è mutato il rapporto tra prosa e poesia e per la tendenza ad innovare dall’interno i motivi poetici”.

Perìfano compie un grande sforzo intellettuale perché non si ferma al prodotto letterario ma cerca di valorizzare e promuovere la figura di un grande scienziato foggiano, Giuseppe Rosati (1752-1814) da lui ribattezzato “il Socrate della Daunia”, per la saggezza e la genialità. E nel suo poema, tra le righe, rimarca le potenzialità della nostra terra ma si lamenta dello sviluppo mancato, critica l’indolenza dei suoi abitanti, e fa proposte logiche in linea con la lezione del Rosati.

Nel 1848, in seguito all’infuocato clima politico, Perìfano è costretto a lasciare la città di origine e trovare riparo a Napoli. Secondo il profilo biografico redatto da Carlo Villani, in “Scrittori ed artisti pugliesi” (1904), Perìfano sarebbe morto poco tempo dopo il suo trasferimento. Ma è documentato, in base alle stesse sue ultime pubblicazioni, per giunta firmate e/o siglate D.C.P. (Don Casimiro Perìfano), che questi continuò per almeno quasi un altro ventennio a vivere e operare nella capitale del Regno. Lo testimoniano le sue due ultime pubblicazioni, risalenti rispettivamente al 1864 e 1867, tra l’altro stampate a Foggia, il che farebbe supporre un suo possibile ritorno in Patria.

Scheda

Personaggio

Perìfano Casimiro

Detto anche

-

Classificazione Dewey

907.2

Periodo MC

Dal 1800 al 1914

Parole chiave

  • Grecia
  • Diomede
  • Giuseppe Rosati
  • Foggia (origini)
  • Biblioteca Comunale (Foggia)
  • Biblioteca Comunale (Foggia)
  • Capitanata (sviluppo agricolo)
  • Accademia Peloritana (Messina)
  • Giornale Fisico-Agrario (rivista)
  • Il Poligrafo della Capitanata (rivista)
  • Camera di Commercio di Capitanata (sec. XIX)
  • Società Economica di Capitanata (sec. XIX)

Bibliografie

  • Opere dell'autore
  • Opere sull'autore

A cura di Maurizio De Tullio